I tre spaccapietre


I tre spaccapietre

Durante il Medioevo, un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, come si usava a quei tempi.
Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata dal sole.
Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di pietra.
Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da costruzione.
Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini.
Polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile, negli occhi feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile.
Il suo braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a sollevare ed abbattere ritmicamente.

“Che cosa fai?” chiese il pellegrino.

“Non lo vedi?” rispose l’uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il capo.
“Mi sto ammazzando di fatica”.
Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino
S’imbatté presto in un secondo spaccapietre.
Era altrettanto stanco, ferito, impolverato.

“Che cosa fai?” chiese anche a lui il pellegrino.

“Non lo vedi? Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini.”, rispose l’uomo.
In silenzio, il pellegrino riprese a camminare.
Giunse quasi in cima alla collina.
Là c’era un terzo spaccapietre.
Era mortalmente affaticato, come gli altri.
Aveva anche lui una crosta di polvere e sudore sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità.

“Che cosa fai?” chiese il pellegrino.

“Non lo vedi?” rispose l’uomo, sorridendo con fierezza, “Sto costruendo una cattedrale.”
E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Un bicchiere d’acqua o il mare


Un bicchiere d’acqua o il mare

Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.
“Non ce la faccio più!

Questa vita mi è insopportabile!”

Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo:
“Queste sono le tue sofferenze.”
Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò.

Il maestro la buttò via.

Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima.

“Vedi?” spiegò il maestro,

“Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare.”

Brano di Bruno Ferrero

Il vecchio saggio (Avrei voluto poter cambiare me stesso)


Il vecchio saggio
(Avrei voluto poter cambiare me stesso)

Un uomo ricevette, una volta, la visita di alcuni amici.
“Vorremmo tanto che ci insegnassi quello che hai appreso in tutti questi anni!” disse uno di loro.

“Sono vecchio!” rispose l’uomo.

“Vecchio e saggio!” disse un altro.
“In fin dei conti, ti abbiamo sempre visto pregare durante tutto questo tempo.
Di cosa parli con Dio?
Quali sono le cose importanti che Gli dobbiamo chiedere?”

L’uomo sorrise.

“All’inizio, avevo il fervore della gioventù, che crede nell’impossibile.
Allora, mi inginocchiavo davanti a Dio e gli chiedevo che mi desse le forze per cambiare l’umanità.
A poco a poco, mi sono accorto che era un compito superiore alle mie forze.
Allora ho cominciato a chiedere a Dio che mi aiutasse a cambiare ciò che mi circondava.”
“In tal caso, possiamo garantirti che il tuo desiderio è stato esaudito in parte!” disse uno degli amici.
“Il tuo esempio è servito per aiutare molta gente.”
“Ho aiutato molta gente con il mio esempio; ma sapevo, comunque, che non era la preghiera perfetta.
Solo adesso, alla fine della mia vita, ho capito qual era la richiesta che avrebbe dovuto essere fatta fin dall’inizio.”

“E qual è questa richiesta?”

“Che io fossi capace di cambiare me stesso.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Chi invitiamo? Quale sarà la nostra scelta? La Favola dell’Amore


Chi invitiamo? Quale sarà la nostra scelta?
La Favola dell’Amore

Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino.
Ella non li conosceva e disse:
“Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati.
Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.”
Essi domandarono:
“Non c’è l’uomo di casa?”
“No!” rispose lei “Non è in casa.”

“In tal caso, non possiamo entrare!” dissero.

All’imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato.
“Allora, dì loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!” disse il marito.
La donna uscì per invitare i tre uomini a casa.
“Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa!” spiegarono i vecchietti.
“Perché?” volle sapere lei.
Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò:
“Il suo nome è Ricchezza.”

Subito dopo indicò l’altro.

“Il suo nome è Successo ed io mi chiamo Amore.
Adesso va’ dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.”
La donna entrò in casa e raccontò a suo marito tutto ciò che i tre uomini le avevano detto.
Lui si rallegrò e disse:
“Che bello!
Se è così, allora invitiamo Ricchezza, che venga e riempia la nostra casa!”

Sua moglie non era d’accordo:

“Caro, perché non invitiamo Successo?”
La figlia della coppia stava ascoltando dall’altra parte della casa ed entrò di corsa esclamando:
“Non sarebbe meglio far entrare Amore?
Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore.”
“Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia!” disse il marito alla moglie.
“Va’ fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.”
La moglie uscì chiese loro:
“Chi di voi è Amore?

Che venga, per favore, e sia il nostro invitato.”

Amore si alzò dalla sua sedia e cominciò ad avanzare in direzione della casa.
Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono.
Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo:
“Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?”
I tre replicarono insieme:
“Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma giacché hai invitato Amore, dovunque egli vada, noi andiamo con lui.”
Dove c’è amore, c’è anche ricchezza e successo.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il sogno e la realtà


Il sogno e la realtà

Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per strada.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme:
“Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso:

“La colpa, o il merito, è nostro!”

“Chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere.
Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualche piacere?”
“Mai!” assentirono il sogno e la realtà.
“Ed io,” intervenne a questo punto una voce squillante “non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?”
Tutti si chiesero chi parlasse così…

“Sono la speranza!” rispose la voce.

A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
“Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno… in realtà.”
“A meno che non intervenga io,” interloquì un’altra voce ancora “trasformando il sogno e modificando la realtà!”
Il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto:

era l’illusione.

“Che stolti,” mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba “non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno.”
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto…

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il custode dei sogni


Il custode dei sogni

Quest’ uomo andava in giro con la sua valigia e raccoglieva i sogni dei bimbi, degli uomini e delle donne che li immaginavano e li lasciavano in giro.
Raccoglieva i sogni e li riponeva nella sua valigia di cartone con sopra dipinte le stelle.
Lui poteva vederli, erano leggeri ed evanescenti e leggermente luminosi.
Molte volte le persone li abbandonavano e si spegnevano un poco e lui camminando per strade e piazze li vedeva e li raccoglieva.
Giorno dopo giorno continuava a mettere i sogni in questa valigia.

Una sera stanco di camminare si sedette su una panchina, guardò il cielo dove vi era una luna piena.

Intorno nella piazza vi era gente che passeggiava e bambini che giocavano.
Il custode dei sogni si mise la valigia sulle ginocchia e l’aprì.
Da questa valigia usciva una luce fluorescente.
Questi sogni avevano una luce propria che pulsava leggermente.
Alcuni curiosi si fermavano a guardare.
Lui aprì a poco a poco la valigia.

Bolle luminescenti brillando si gonfiavano e questi globi di luce fluttuavano leggermente nell’aria sopra la valigia.

I curiosi divenivano sempre più numerosi, i bambini si avvicinavano a guardare; così il custode dei sogni iniziò a prendere ciascuno dei sogni racchiusi in queste bolle di luce e a darli a ciascun bambino che si faceva avanti, anche agli innamorati che si avvicinavano, ed alle persone che ne chiedevano uno.
E così man mano che queste persone li raccoglievano, divenivano anche loro leggermente luminescenti.
La piazza era diventata luminosa e la luna sorrideva nel cielo.
Ad un certo punto il custode dei sogni prese dalla sua valigia una tenda nera, salì sul piedestallo della statua in mezzo alla piazza e sventolando la tenda nera disse a tutti:
“Vedete anche voi cosa ho in mano?”

Il brusio della gente disse: “Una tenda nera.”

“Ebbene sì!” disse lui.
“Questo velo è il velo che ponete sui vostri sogni quando avete difficoltà a raggiungerli! Vedete tutti?”
La gente esclamò un timoroso “Si!”
“Bene!” disse il custode dei sogni.
“Volete sapere come togliere questo velo nero dai vostri sogni?
Ascoltate, ci sono due cose da fare per ravvivare i sogni.
La prima è ridare vita al vostro sogno, senza mai stancarsi di infondere energia su di esso, e avere il coraggio di continuare anche quando sembra “impossibile!”
Quindi perseverare.
La seconda cosa è conoscere come raggiungere la meta.
Dovete apprendere e conoscere quello che vi serve per vincere nella vita e trovare un modo di realizzarlo.

Perseverando nel vostro intento, raggiungerete la meta.

Quale meta?
Quella la dovete mettere voi, o ‘scoprirla’ togliendo il velo!”
Così dicendo il custode dei sogni agitò la tenda e svanì.
La gente stupita rimase a guardare immobile.
Tutti avevano la loro bolla di luce in mano e in quel momento pulsava… il loro sogno!
Rimase giusto una valigia su una panchina con sopra tante stelle dipinte.
La valigia dei sogni.
Quella non buttiamola.
Non buttarla via, riponila in un angolo della tua mente, dove potrai riporre i tuoi sogni e riprenderli e coltivarli uno per uno.
Buona fortuna.

Brano di Franco Farina

La storia dell’asino. (Vivi come credi)


La storia dell’asino. (Vivi come credi)

C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava:
“Guardate quel ragazzo quanto è maleducato!
Lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano.”
Allora la moglie disse a suo marito:
“Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio!”

Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.

Arrivati al secondo paese, la gente mormorava:
“Guardate che svergognato quel tipo!
Lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa.”
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:
“Pover’uomo!
Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino!

E povero figlio!

Chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!”
Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese:
“Sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta.
Gli spaccheranno la schiena!”
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino.
Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo:

“Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”

Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore, ciò che vuoi.
Una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali, perciò: canta, ridi, balla, ama…
e vivi intensamente ogni momento della tua vita…
prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi!

Brano di Sir Charles Spencer “Charlie” Chaplin

La storia del pacco di biscotti


La storia del pacco di biscotti

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di un grande aeroporto.
Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo.
Comprò anche un pacchetto di biscotti.
Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.

Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale.

Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.
Tra lei e lei pensò:
“Ma tu guarda se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno.”

Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui.

Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò:
“Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!”
L’uomo prima che lei prendesse l’ultimo biscotto lo divise a metà!

“Ah, questo è troppo.”

pensò e cominciò a sbuffare e indignata si prese le sue cose, il libro e la sua borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa.
Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione ed evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando… nell’aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell’uomo seduto accanto a lei che generosamente aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell’orgoglio.

Brano senza Autore, tratto dal Web

La storia di Rob


La storia di Rob

Rob è il tipo di persona che ti fa piacere odiare:
è sempre di buon umore ed ha sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli chiede come va, lui risponde:
“Se andasse meglio di cosi, sarei due persone!”
È un ottimista.
Se un collega ha un giorno no, Rob riesce sempre a fargli vedere il lato positivo della situazione.
Vederlo mi incuriosiva e così un giorno gli chiesi:
“Io non capisco, non è possibile essere ottimisti ogni giorno, come fai?”

Rob mi rispose:

“Ogni giorno mi sveglio e mi dico, oggi avrò due possibilità.
Posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di cattivo umore.
E scelgo di essere di buon umore.
Quando mi succede qualcosa di brutto io posso scegliere di essere una vittima o di imparare da ciò.
Ed io scelgo di imparare.
Ogni volta che qualcuno viene da me a lamentarsi per qualcosa, io posso scegliere di accettare le lamentele, o posso scegliere di aiutarlo a vedere il lato positivo della vita.
Ed io scelgo il lato positivo della vita.”
“Ma non è sempre così facile” gli dissi.

“Sì, lo è;” disse Rob, “la vita è tutta una questione di scelte.

Quando tagli via tutto ciò che non conta, è tutta una questione di scelte.
Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore.
Tu scegli se essere di buon umore o di cattivo umore.
Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita.”
Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista perché io cambiai lavoro, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole, quando dovevo fare una scelta nella mia vita, invece di reagire agli eventi.
Ho saputo che Rob aveva avuto un brutto incidente sul lavoro, era caduto da 18 metri di altezza, e dopo 18 ore di sala operatoria fu dimesso dall’ospedale con una piastra d’acciaio nella schiena.

Sono andato a trovarlo e gli ho chiesto come si sentisse:

“Se stessi meglio sarei due persone,” mi rispose, “vuoi vedere le mie cicatrici?”
“Ma come fai,” gli chiesi, “ad essere così positivo dopo quello che ti è successo?”
“Mentre stavo cadendo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la mia bimba.
Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere di vivere o di morire.
Ed ho scelto di vivere.”
“Ma non hai mai avuto paura?” aggiunsi.
“Sì, quando mi hanno portato in ospedale ed ho visto l’espressione sul viso dei medici e degli infermieri, ho avuto paura, perché era come se guardassero un uomo morto!

Poi un’infermiera mi ha chiesto se avessi allergie, ed io risposi si.

Tutti mi guardarono, ed io urlai: sono allergico alla gravità!”
Tutti scoppiarono a ridere, ed io dissi:
“Ed ora operatemi da uomo vivo, non come se fossi già morto.”
Rob mi ha insegnato che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di vivere la vita pienamente.
Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perché ogni giorno ha i suoi problemi su cui scegliere di vivere, e domani penseremo ai problemi di domani.
Dopotutto, oggi e il domani di cui ti preoccupavi ieri.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Un uomo chiese aiuto a Dio…


Un uomo chiese aiuto a Dio…

Un giorno, un uomo, passeggiando nel bosco, sussurrò:
“Dio, parlami!”
Nello stesso momento un uccellino cantò!
Ma l’uomo non lo ascoltò.
Allora, l’uomo gridò:
“Dio parlami!”
E dietro una coltre di nuvole si sentono tuoni e lampi!

Ma l’uomo non li notò.

L’uomo si guardò attorno e disse:
“Dio, lasciami vedere il Signore!”
E una stella si fece brillante nel cielo, più di quanto lo fosse stata fino ad allora!
Ma l’uomo non le percepì.
Allora l’uomo, arrabbiato, gridò con potenza:
“Dio mostrami un miracolo!”
E nacque suo figlio!
Ma l’uomo non si rese conto della nuova e irripetibile vita che cominciava.

Allora l’uomo gridò disperato:

“Toccami, Dio. Fammi vedere se il Signore è qui!”
E una farfalla si posò sulla sua spalla!
Ma l’uomo la spaventò.
Allora l’uomo gridò ancora con disperazione:
“Dio, ho bisogno di aiuto.”
Ed arrivò una e-mail portando buone notizie e parole di incoraggiamento!
Ma l’uomo non la lesse e continuò a piangere…

Brano senza Autore, tratto dal Web