Ricordati di essere felice (da leggere ogni qual volta si è con il morale a terra)


Ricordati di essere felice 
(da leggere ogni qual volta si è con il morale a terra)

Lascia tutto lì, la tavola da sparecchiare, i piatti da lavare, per una volta puoi rinunciare a qualcosa…
Spegni la televisione, appoggia quello che hai in mano, interrompi quello che stai facendo,

non rispondere se il telefono continua a squillare.

Corri, abbraccia il tuo bambino, la tua bambina, i tuoi genitori, la persona che ti piace.
Fatevi il solletico fino alle lacrime, baciatevi, sorridetevi,

datevi piccoli morsi nelle manine, sulle guance, nel pancino, finché ne avrete la possibilità.

Cantate a voce alta una canzone impertinente, disturbate i vicini, fate la lotta con i cuscini, tiratevi i coriandoli anche se è luglio.
Poi sedetevi per terra, con le gambe incrociate, mangiate pane e nutella, e con le dita sporche e la musarella,

abbracciatevi ancora una volta.

Nel tempo nessuno ricorderà il disordine di quel giorno, ma l’amore di quel momento resterà come un tatuaggio sul cuore.

Brano senza Autore, tratto dal Web

Essere Felice


Essere Felice

Puoi avere difetti, vivere con ansia e qualche volta essere irritato/a, ma non dimenticarti che la tua vita è la più grande impresa del mondo.
Solo tu puoi evitare che vada in fallimento.
Ci sono molte persone che hanno bisogno di te, ti ammirano, e si tormentano per te.
Sarebbe bello che tu ricordassi sempre che essere felice non è avere un cielo senza tempeste, strade senza incidenti, lavori senza fatiche, relazioni senza delusioni.
Essere felice è trovare la forza nel perdono, la speranze nelle battaglie, la sicurezza nella paura, l’amore nei distacchi.

Essere felice…

Non è solo valorizzare il sorriso, ma riflettere sopra la tristezza.
Non è solo commemorare il successo, ma imparare la lezione dai fallimenti.
Non è solo allietarsi degli applausi, ma trovare allegria nell’anonimato.

Essere felice è riconoscere che vale la pena di vivere la vita, malgrado tutte le sfide.
Essere felice non è opera del destino, ma una conquista di chi sa viaggiare dentro il suo proprio essere.
Essere felice è abbandonare i problemi e diventare autore della Propria storia.

Essere felice…

È attraversare deserti, ma essere capaci di incontrare un’oasi nel profondo della tua anima e ringraziare Dio ogni giorno per il miracolo della vita.
È non avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di te stesso/a.
È avere coraggio di accettare un “No!”
È avere la forza di accettare una critica, anche se ingiusta.
È baciare il marito/la moglie, i figli, sostenere i genitori e vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci hanno ferito…

Essere felice …

È lasciar vivere libero il bimbo allegro e semplice che dimora dentro di noi
È avere la maturità per dire “Ho sbagliato!”
È avere il coraggio di dire “Perdonami!”
È avere la sensibilità di dire “Ho bisogno di te!”
È avere la capacità di dire “Ti amo!”

Desidero che la vita sia un cantiere di opportunità affinché tu sia felice…
Che nelle tue primavere tu sia amante dell’allegria.
Che nei tuoi inverni tu sia amico/a della saggezza.
E, quando sbaglierai strada, ricominci tutto di nuovo, così sarai ogni volta più innamorato/a della vita.

E scoprirai che…

… Essere felice…
Non è avere una vita perfetta, ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza, usare le perdite per rafforzare la pazienza, usare le foglie per scolpire la serenità.
È usare il dolore per raffinare il piacere!
È usare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza!
È non abbandonare mai te stesso/a!
È non rinunciare mai alle persone che ami.
È non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo imperdibile.
E tu una persona speciale!

Brano senza Autore, tratto dal Web

Ciò che dai ti ritorna! (Lo specchio)


Ciò che dai ti ritorna! (Lo specchio)

Renato non aveva quasi visto la signora, dentro la vettura ferma al lato della carreggiata.
Pioveva forte ed era buio.
Ma si rese conto che la donna aveva bisogno di aiuto.
Così fermò la sua macchina e si avvicinò.
L’auto della signora odorava ancora di nuovo.
Lei pensava forse che poteva essere un assalitore:
non ispirava fiducia quell’uomo, sembrava povero e affamato.
Renato percepiva che la signora aveva molta paura e le disse:
“Sono qui per aiutarla, signora, non si preoccupi.

Perché non aspetta nella mia auto dove fa un po’ più caldo?

A proposito, il mio nome è Renato.”
La signora aveva bucato una ruota e oltretutto era di età avanzata.
Mentre la pioggia cadeva a dirotto, Renato si chinò, collocò il crick e alzò la macchina.
Quindi cambiò la gomma, sporcandosi non poco!
Mentre stringeva i dadi della ruota, la donna aprì la portiera e cominciò a conversare con lui.
Gli raccontò che non era del posto, che era solo di passaggio e che non sapeva come ringraziarlo per il prezioso aiuto.
Renato sorrise mentre terminava il lavoro e si sollevava.
Lei domandò quanto gli doveva.
Già aveva immaginato tutte le cose terribili che sarebbero potute accadere se Renato non si fosse fermato per soccorrerla.
Ma Renato non pensava al denaro, gli piaceva aiutare le persone…
Questo era il suo modo di vivere.

E rispose:

“Se realmente desidera pagarmi, la prossima volta che incontra qualcuno in difficoltà, si ricordi di me e dia a quella persona l’aiuto di cui ha bisogno!”
Alcuni chilometri dopo la signora si fermò in un piccolo ristorante, la cameriera arrivò e le porse un asciugamano pulito per farle asciugare i capelli rivolgendole un dolce sorriso.
La donna notò che la cameriera era circa all’ottavo mese di gravidanza, ma lei non permetteva che la tensione e i dolori cambiassero il suo atteggiamento e fu sorpresa nel constatare come qualcuno che ha tanto poco, possa trattare tanto bene un estraneo.
Allora si ricordò di Renato.
Dopo aver terminato la sua cena, e mentre la cameriera si allontanò ad un altro tavolo, la signora uscì dal ristorante.
La cameriera ritornò curiosa di sapere dove la signora fosse andata, quando notò qualcosa scritto sul tovagliolo, sopra al quale aveva lasciato una somma considerevole.
Le caddero le lacrime dagli occhi leggendo ciò che la signora aveva scritto.
Diceva:

“Tieni pure il resto…

Qualcuno mi ha aiutato oggi e alla stessa maniera io sto aiutando te.
Se tu realmente desideri restituirmi questo denaro, non lasciare che questo circolo d’amore termini con te, aiuta qualcuno!”
Quella notte, rincasando, stanca, si avvicinò al letto; suo marito già stava dormendo e rimase a pensare al denaro e a quello che la signora aveva scritto.
Quella signora come poteva sapere della necessità che suo marito e lei avevano di quel denaro:
con il bambino che stava per nascere, tutto sarebbe diventato più difficile!
Pensando alla benedizione che aveva ricevuto, fece un grande sorriso.
Ringraziò Dio e si voltò verso il suo preoccupato marito che dormiva al suo lato, lo sfiorò con un leggero bacio e gli sussurrò:
“Andrà tutto bene… Ti amo… Renato!”
La vita è così… è uno specchio: tutto quello che tu dai, ti ritorna!

Brano senza Autore, tratto dal Web

La sabbia in un pugno


La sabbia in un pugno

Una mamma e un bambino stanno camminando sulla spiaggia.
Ad un certo punto il bambino chiede:
“Come si fa a mantenere un amore?”

La mamma guarda il figlio e poi gli risponde:

“Raccogli un po’ di sabbia e stringi il pugno.”
Il bambino stringe la mano attorno alla sabbia e vede che più stringe più la sabbia gli esce dalla mano.
“Mamma, ma la sabbia scappa!” esclama il bambino.

“Lo so, ora tieni la mano completamente aperta.” risponde la mamma.

Il bambino ubbidisce, ma una folata di vento porta via la sabbia rimanente.
“Anche così non riesco a tenerla!” replica il bambino.
La mamma sempre sorridendo:

“Adesso raccogline un altro po’ e tienila nella mano aperta come se fosse un cucchiaio…

Abbastanza chiusa per custodirla e abbastanza aperta per la libertà.”
Il bambino riprova e la sabbia non sfugge dalla mano ed è protetta dal vento.
“Ecco come far durare un amore…”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Se un giorno incontri qualcuno…


Se un giorno incontri qualcuno…

Un giorno un vecchio mi disse:
“Quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi:
fai attenzione, questo qualcuno potrebbe essere la persona più importante della tua vita.
Se gli occhi si incrociano e in quel momento c’è la stessa luce intensa tra loro:
stai allerta, può essere la persona che stai aspettando dal giorno che sei nato.
Se il tocco delle labbra è stato intenso, se il bacio è stato appassionante e gli occhi si sono riempiti di acqua in quel momento:

rifletti, c’è qualcosa di magico tra voi.

Se il primo e l’ultimo pensiero del giorno è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore:
ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino… l’amore.
Se un giorno doveste chiedere perdono l’uno a l’altro per qualche motivo e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole:
arrenditi, voi siete fatti l’uno per l’altro.
Se per qualche motivo fosse triste, se la vita le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto: che cosa meravigliosa!

Lei potrà contare su di te in qualsiasi momento della vita.

Se riesci col pensiero a sentire l’odore della persona come se si trovasse al tuo fianco, e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati.
Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l’appuntamento che avete…
Se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona, e se hai la certezza che la vedrai invecchiare e, anche così, sei convinto che continueresti ad essere pazzo per lei.

Se preferiresti morire prima di vedere l’altra andarsene… allora vuol dire che l’amore è entrato nella tua vita!

E’ un dono!”
Poi sorrise e mi disse:
“Molte persone si innamorano molte volte nella vita, ma poche amano o trovano un amore vero.
A volte lo incontrano e non prestano attenzione a questi segnali, e lo lasciano passare senza accadere veramente.
E’ libero arbitrio.
Per questo, presta attenzione ai segnali, non lasciare che le follie del quotidiano ti rendano cieco alla miglior cosa della vita: l’amore!
Quello che è sincero non cambia mai!”

Brano di Carlos Drummond de Andrade

L’albero degli amici


L’albero degli amici

Nelle nostre vite esistono persone che ci rendono felici per la semplice casualità di averle incrociate nel nostro cammino.
Alcune percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, altre che vediamo appena tra un passo e l’altro.
Tutte le chiamiamo amici e ce ne sono di diversi tipi.
Forse ogni foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici.
Il primo che nasce da un germoglio è il nostro amico papà e la nostra amica mamma che ci mostrano come è la vita.

Poi vengono gli amici fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio perché possano fiorire come noi.

Passiamo a conoscere tutta la famiglia di foglie che rispettiamo e alle quali auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta altri amici, che non sapevamo di incontrare nel nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell’anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri.
Sanno quando non stiamo bene, sanno ciò che ci rende felici.
E a volte uno di quegli amici dell’anima si installa nel nostro cuore e allora viene chiamato innamorato.

Questo amico da luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi.

Ma ci sono anche gli amici “del momento”, di una vacanza, di alcuni giorni o di alcune ore.
Sono soliti collocare molti sorrisi sul nostro volto, per tutto il tempo in cui siamo vicini.
Parliamo di quelli vicino, non possiamo dimenticare gli amici lontani, quelli che sono nella punta dei rami e quando soffia il vento appaiono sempre tra una foglia e l’altra.
Il tempo passa, l’estate se ne va, l’autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono un’altra estate e altre resteranno per molte stagioni.

Però ciò che ci rende più felici è che quelle che sono cadute continuano vicine, aumentano la nostra radice con allegria.

Sono momenti di ricordi meravigliosi di quando le incontrammo nel nostro cammino.
Ti auguro foglia del mio albero, pace, amore, salute, fortuna e prosperità.
Oggi e sempre… semplicemente perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un po’ di sé e si porta via un po’ di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non ha lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.

Brano di Jorge Luis Borges

L’importanza di essere gentili. (La storia di Arturo)


L’importanza di essere gentili. (La storia di Arturo)

Un giorno, quando ancora ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola.
Il suo nome era Arturo e sembrava stesse trasportando tutti i suoi libri a casa.
Pensai tra me e me:
“Perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì?
Deve essere un ragazzo strano.”
Io avevo il mio week-end pianificato (feste e una partita di pallone con i miei amici), così scrollai le spalle e mi incamminai.
Camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro ad Arturo.

Si scagliarono contro di lui facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango.

I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell’erba un paio di metri più in là.
Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi.
Mi rapì il cuore!
Così mi avvicinai a lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi.
Raccolsi i suoi occhiali e glieli diedi, dicendogli:
“Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere.”
Arturo mi guardò e disse: “Grazie!”

C’era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.

Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove vivesse.
Scoprii che abitava vicino casa mia così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima.
Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.
Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andasse di giocare a calcio con i miei amici e lui disse di sì.
Trascorremmo in giro tutto il week-end e più lo conoscevo più Arturo mi piaceva, così come piaceva ai miei amici.
Arrivò il lunedì mattina ed ecco Arturo con tutta la pila dei libri ancora.

Lo fermai e gli dissi:

“Ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!”
Egli rise e mi diede metà dei libri.
Nei successivi quattro anni io e Arturo diventammo amici per la pelle.
Una volta adolescenti cominciammo a pensare all’università, Arturo decise per Roma ed io per un’altra città.
Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi.
Arturo sarebbe diventato un medico mentre io mi sarei occupato di cause e litigi.
Arturo era il primo della nostra classe e io lo prendevo spesso in giro dicendogli di essere un secchione.

Arturo doveva preparare un discorso per il diploma.

Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare.
Il giorno dei diplomi vidi Arturo, ed aveva un ottimo aspetto.
Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori.
Si era un po’ riempito nell’aspetto e stava molto bene con gli occhiali.
Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano.
Oggi era uno di quei giorni, potevo vedere che era un po’ nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi:

“Giovane te la caverai alla grande!”

Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) sorrise e mi disse: “Grazie!”
Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce:
“Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri.
I genitori, gli insegnanti, ma più di tutti i tuoi amici.
Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare.
Voglio raccontarvi una storia proseguì!
Guardai il mio amico Arturo incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro.

Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week-end.

Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose.
Arturo mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso.
“Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto!”
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni.
Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.
Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine.

Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.

Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni.
Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio.
Dio fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo.
Cercate il buono negli altri.
“Gli amici sono angeli che ci sollevano i piedi quando le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

La storia della matita



La storia della matita

Il bambino guardava la nonna intenta a scrivere una lettera.
Ad un certo punto, chiese:
“Stai scrivendo una storia su di noi?
E’ per caso una storia su di me?”
La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote:

“In effetti, sto scrivendo di te.

Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando.
Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.”
Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale.
“Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!”
“Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose.” rispose la nonna.

Ci sono cinque qualità in essa che, se tu riuscissi a mantenere, farebbero di te un uomo in pace col mondo.

Prima qualità: tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi.
Questa mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà.
Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino.
Questo fa sì che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata.

Pertanto, sappi sopportare un po’ di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore.

Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli.
Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all’interno.
Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
Infine, la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno.
Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.

Brano tratto dal libro “Come il fiume che scorre.” di Paulo Coelho

L’amore di una mamma


L’amore di una mamma

Un angelo scappò dal paradiso per trascorrere la giornata vagando sulla terra.
Al tramonto decise di portarsi via dei ricordi di quella visita.
In un giardino c’erano delle rose:
colse le più belle e compose un mazzo da portare in paradiso.

Un po’ più in là un bambino sorrideva alla madre.

Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di rose, prese anche quello.
Stava per ripartire quando vide la mamma che guardava con amore il suo piccolo nella culla.
L’amore fluiva come un fiume in piena e l’angelo disse a se stesso:
“L’amore di quella mamma è la cosa più bella che c’è sulla terra, perciò prenderò anche quello!”

Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere come si erano conservati durante il viaggio.

I fiori erano appassiti, il sorriso del bambino era svanito, ma l’amore della mamma era ancora là in tutto il suo calore e la sua bellezza.
Scartò i fior appassiti e il sorriso svanito, chiamò intorno a se tutti gli ospiti del cielo disse:
“Ecco l’unica cosa che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la sua bellezza nel viaggio per il paradiso:
L’amore di una mamma.”

Brano senza Autore, tratto dal Web

Il miracolo


Il miracolo

Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie.
Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello.
I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.
Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime:
“Non ce la facciamo più, cara.
Credo sia finita.
Solo un miracolo potrebbe salvarlo.”
La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina.

Attese pazientemente il suo turno.

Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.
“Per cos’è?
Che cosa vuoi piccola?” chiese il farmacista.
“È per il mio fratellino, signor farmacista.
È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo.” rispose la bambina.
“Che cosa dici?” borbottò il farmacista.
“Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo.
Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo.” spiegò la bambina.
Il farmacista accennò un sorriso triste ed esclamò:

“Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli!”

“Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora.
Quanto costa un miracolo?” chiese nuovamente la bambina.
C’era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.
Il farmacista allargò le braccia mortificato.
La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine.
L’uomo si avvicinò a lei e le chiese:
“Perché piangi, piccola?
Che cosa ti succede?”
“Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…

È per il mio fratellino Andrea che è molto malato.

Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo.
Per questo ho portato tutto quello che ho!” rispose la bambina.
“Quanto hai?” chiese il dottore.
“Un dollaro e undici centesimi… ma, sapete…” aggiunse con un filo di voce: “Posso trovare ancora qualcosa…”
L’uomo sorrise: “Guarda, non credo sia necessario.
Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!”
Con una mano raccolse la piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina.
“Portami a casa tua, piccola.
Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno!”

Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.

Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo.
Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
“Questa operazione,” mormorò la mamma “è un vero miracolo.
Mi chiedo quanto sia costata…”
La sorellina sorrise senza dire niente.
Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…
più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.

Brano tratto dal libro “C’è ancora qualcuno che danza.” di Bruno Ferrero