Ci vediamo all’Inferno!


Ci vediamo all’Inferno!

Edoardo pensava a due sole cose mentre entrava nel locale, quel locale che aveva conosciuto cinque anni prima e che era diventato casa sua.
Pensava per prima cosa a lei, al suo sorriso, al color cielo dei suoi occhi, al suono della sua risata.
Pensava a come l’aveva conosciuta, in quella notte di neve sulla spiaggia.
Doveva già capirlo che c’era qualcosa di speciale, doveva capirlo perché lì non nevicava mai.
Invece, quella sera, fioccava come nelle notti di natale di un qualsiasi paese di montagna.
Edoardo pensava a come si era innamorato di lei, inevitabilmente e perdutamente, mentre saliva le scale che lo conducevano al piano superiore del locale.
Quando si ritrovò davanti alla porta nera dell’ufficio prese un lungo respiro prima di entrare.
La seconda, unica cosa, a cui pensava Edoardo era che doveva salvare lei.
«A cosa devo l’onore?» l’uomo alto e robusto non si girò, rimase concentrato a preparare un cocktail al piccolo piano bar.

«Lo sai perché sono qui!»

L’uomo sospirò prima di posare il bicchiere che aveva tra le mani e girarsi per vedere la faccia di Edoardo piena di rabbia e rancore.
«Ne abbiamo già parlato ragazzo.
Ti devo ricordare che hai firmato un contratto?»
No, non doveva!
Edoardo ricordava bene il giorno in cui fece uno stupido patto col diavolo.
Si era fatto ingannare, cadendo nella rete di chi prometteva denaro e donne.
Aveva firmato perché il “lavoro” che quell’uomo in giacca e cravatta gli proponeva non gli sembrava poi così malvagio.
Corrompere anime, portarle a perdersi nei vizi umani.
Edoardo aveva creduto a quell’uomo, lo stesso che adesso aveva di fronte.
Doveva saperlo che fare un patto col diavolo non portava a nulla di buono.
«Perché lei? Ci sono miliardi di persone nel mondo. Perché lei?»
«Perché è pura. Per te sarà facile vista la situazione.»
«No, mi rifiuto. Non lo farò!»
«Non puoi rifiutarti!»
Edoardo scuoteva con forza la testa.
Il diavolo, divertito, iniziò a ridere.
«Prendi me!»

«Ma tu sei già mio!»

Fu allora che qualcosa scattò nella mente di Edoardo.
Un’idea tanto insana quanto geniale.
«Hai ragione.» disse, sfilando la pistola dal fodero che aveva sempre imparato a portare con se.
Quando la puntò contro l’uomo quest’ultimo si mise a ridere ancora di più di prima. «Lo sai che non funziona?»
«Lo so!»
«Lo sai che non puoi uccidermi?»
«Lo so!»
Edoardo sapeva bene che nessun arma umana poteva anche solo scalfire il diavolo.
Lo sapeva, ma ricordava una sola cosa importante in quel momento.
Ricordava quel punto del contratto che cinque anni prima gli aveva fatto salire un brivido lungo la schiena, quello che diceva chiaramente “Per tutta la vita”.
Edoardo lo ricordava bene, lo aveva inciso nella sua mente, e quando spostò la canna della pistola sulla propria tempia sapeva esattamente cosa doveva fare.
«Ci vediamo all’inferno!»

Brano di Giulia Zappalà
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