La storia di un vaccino contro il coronavirus
Una anziana signora, nonna di diversi nipoti, influenzata dai No-Vax, era contraria a qualunque vaccino per immunizzarsi dal coronavirus (covid19), condividendo teorie complottiste, e quant’altro, inculcate dalla badante negazionista.
La nipote, incaricata di sovraintendere ai suoi bisogni, era preoccupata per il testardo diniego e, non riuscendo a convincerla con ragionamenti logici e scientifici, pensò, conoscendo la sua intima indole, ad uno stratagemma.
Le promise che, qualora avesse fatto il vaccino, sarebbe stata fotografata e postata nei social.
La nonnina era sensibilissima a questo tema poiché, fin da piccola, aveva sognato di fare l’attrice.
Aveva coltivato questa sua passione negli anni, arrivando anche a far parte di una compagnia teatrale, ma solo a livello amatoriale.
Giunto il giorno programmato per l’iniezione, la meticolosa nipote, nell’accompagnarla, spiegò allo staff medico la problematica e gli addetti si prestarono ben volentieri alla sceneggiata, anche per cambiare, per un momento, l’atmosfera triste che si respirava nell’ospedale.
In tre immortalarono con il loro smartphone il momento fatidico del vaccino,
offrendo altresì un bel mazzo di fiori alla signora, ovviamente comprato dall’amorevole nipote.
Gli occhi della nonnina, vedendo esaurito il suo desiderio da prima donna, si illuminarono per la gioia e, dopo questo istante, sopraggiunse una lacrima di felicità, poiché era stata trattata, a suo dire, come la regina Elisabetta.
Quella inaspettata reazione fece bene anche agli operatori sanitari.
Fece intravedere loro uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della pandemia.
In tantissimi casi un gesto, che può essere considerato insignificante, può, in realtà, essere determinante a raggiungere un nobile obbiettivo, come quello di debellare l’insidioso virus.